il diario falso
1. Mio padre parlava pochissimo e camminava molto. Io avevo paura di quell'uomo. Si dice che mia madre gli tolse subito ogni illusione: - Con quel nasone, con quei labbroni! - Lo sposò perché le conveniva. La famiglia F. aveva terreni e case.
2. Il fazzoletto di terra che egli chiamava il mio giardino, famoso in città per la bellezza dei suoi fiori, costituiva la sua principale occupazione. Mia madre era una magnolia. Mio padre la coltivò per anni: quando uscì dalla sua vita, lei cominciò a seccarsi.
3. Fu quando lessi questa annotazione: "La colonna dei debiti del mio immaginario libro mastro era vuota. L'insincerità. La disonestà. Ecco il mio peccato", fu quando lessi queste parole che cominciai a capire.
4. L'autore della famosa scritta sugli autobus: HO UN CUORE PULITO, SONO UN ALTROBUS A METANO
5. Non sono all'altezza dei miei sentimenti.
6. E poi ci sono baci che non serve dare.
7. Le rane a New York impazziscono. L'epidemia dei ratti. Scene bucoliche a Trafalgar Square. Anamerica.
8. Non è la notte migliore per il volo solitario.
9. B. disse: Non si può sfamare i santi con la merda. Il fuoco aveva ormai preso anche i legni più grossi, perciò smise di istigarlo e richiuse lo sportello della stufa. Mi allungò un altro bicchiere di vino.
- Che ora abbiamo fatto?
- E' l'alba.
- L'alba. Vuoi dire che abbiamo parlato per tutta la notte?
- Così pare.
- Non è che magari ci siamo addormentati e non ce lo ricordiamo?
- No, non credo.
- Perciò come stavo dicendo - di nuovo la sua voce non fece trasparire alcuna emozione - abbiamo cose importanti di cui parlare.
10. - Ho come la sensazione che a un certo punto qualcuno tirerà fuori un porcellino e noi dovremo inseguirlo.
11. L'ultima volta che fui visto ero davanti a un negozio di ferramenta. Sembrava che fossi molto interessato, così dicono, alla merce esposta in vetrina. Poi di me si perse ogni traccia. Secondo la ricostruzione della polizia quel giorno, dopo essere uscito dall'ufficio verso le cinque e mezzo, anziché dirigermi verso casa per il solito tragitto piazza Duomo - Via Mazzini - Piazza Fiera - Via Santa Croce, mi incamminai esattamente dalla parte opposta, uscendo dal centro storico all'altezza della Torre Vanga. Qui presumibilmente girovagai per le vie della prima periferia, fino a quando capitai appunto davanti alla Ferramenta Scheuber. L'ultimo ad avermi visto fu, dall'altra parte della strada, Antonio Piazza (che si accertò essere un mio amico di lunga data). Disse che mi avrebbe salutato molto volentieri, ma aveva fretta e preferì tirare dritto. Caro, vecchio Antonio Piazza.
12. Come un fiore o un topo che non siano riusciti a superare una notte particolarmente gelida.
13. Marta Schenken aveva una faccia sghemba, ogni volta che esprimeva stupore o disappunto la bocca si tirava tutta da una parte e anche la voce diventava più sottile, forse per infilarsi meglio nella strettoia di quella smorfia. Ma lo faceva con molta naturalezza e io me ne innamorai quasi subito.
14. Talmud: Una corona per due non funziona. Così egli si guadagnò la carenza.
15. Per essere un atto di accusa, lo è. Ma ci sono dentro anch'io fino al collo e non sono mai stato bravo a fare i conti con me stesso.
16. Quando arrivo per la prima volta in un luogo cerco di memorizzare le vie di fuga. Sono un mentitore. Per difendermi, mento su tutto.
17. – Sei stato abbastanza amato.
– Mi sono fatto trovare.
18. Tu recitavi, recitavi, recitavi per il brivido.
19. Non ho niente in contrario a tutta questa farsa: inevitabile, penso, per uno che ha bandito tutti i sentimenti superflui dalla sua vita. Ma queste cose le fanno le persone normali. Che stupida vendetta mi sono preso! Credo che tutto questo derivi dal fatto che sto dedicando molto del mio tempo, per essere più esatti, all'idea della negazione.
20. Nei giorni seguenti avrei capito di essere appartenuto al suo passato molto più di quanto lui non fosse mai appartenuto al mio.
21. La verità di tutto quello che accade incombe su di noi minacciosa, per questo ce ne sbarazziamo. Quanto passato deve essere riportato alla luce perché ci sia un futuro? Ma d'altronde, la verità dipende più che altro dalle circostanze. Per me sono tutte semplici coincidenze. Naturalmente è un modo un po' sbrigativo di vedere le cose. Ma in fondo ho capito che anche questo è ciò che si intende quando si dice: mantenere le posizioni.
22. Il vecchio spiega infine le ragioni per cui ha voluto incontrare Dio. Dice che un anonimo gli ha fatto pervenire il diario del figlio morto e che ora ha un desiderio: che il diario venga letto da tutti gli altri ex viventi, perché ciò che contiene li riguarda molto da vicino. E vuole che a realizzare questo sia l'arcangelo Gabriele, in quanto a suo tempo aveva cercato di fare luce sulla morte di suo figlio.
23. Non ci fu il tempo per capire che stavamo mettendo il nostro tempo nelle mani di un altro dio e che potevamo aspirare al massimo a una posizione di rincalzo tra i fabbricanti di mistificazioni, invece della Storia.
24. Ho perduto i miei pugni.
25. Lei lo chiamava il mio tarapattino. Per il resto non avevano cianfrusaglie né fronzoli inutili. E tuttavia si amano ancora.
26. Lei era bella, nudavestita, in piedi sulla soglia della cucina. La stamberga dove abitava, in cima al monte, sembrava una vecchia abbazia in bello stile gotico. Glielo dissi, ma era chiaro che soltanto io la vedevo così. Mi spiegò che aveva dovuto riempire gli interstizi con lo sterco di vacca, la calcina non ce l'aveva. Il cielo era azzurro, l'aria calda montava a ondate sul prato senza erba, fitto però di arbusti piccoli e taglienti. Così le vacche morivano e anche le pecore erano sempre più magre. Quanti anni saranno passati? Cinquanta, cinquantacinque. Quante vite sono? Quanti ardori? Quante inutilità?
27. Billie Schmidt e la naturale superiorità della montagna rispetto al mare.
28. L'imputato si guarda intorno smarrito, come se il fremito che pervade la folla, un'ondata di sdegno e di terrore nell'aula stipata del tribunale, possa strapparlo dal suo scranno di legno scuro e trascinarlo via. Dalla finestra alcuni vedono un pezzetto del cortile. Si dice che duecento anni fa venne decapitato un omicida. Un omicida è un omicida. La giustizia, pensano tutti, è bella, esatta, diritta. Loro pure. In tribunale, specie durante un processo, ci si può ammirare a vicenda e dirsi tante belle cose.
Il giudice è persona cara e affabile. Lo chiamano pozzo di scienza. Quando parla ha parole di saggezza e di moderazione. Perciò la sorpresa è ancora più grande quando, sovrastando la voce tenorile del pubblico ministero e rivolgendosi al pubblico in sala, ammonisce perentoriamente: E lorsignori laggiù, abbiano la cortesia di dimostrare la propria innocenza!
29. I poeti devono girare armati.
30. E sua madre storpia, poverina, con tutto quel chiasso sui giornali.
31. Questa è gente che considera il mondo intero come un borgo familiare. Se scrivessi di loro scriverei il mio De animalibus. Ma quel blu, che questa civiltà non conosce (parafrasando Claudio Magris) è il mare, la vela tesa, il viaggio verso le nuove Indie...
32. Domenica d'agosto sulla riva del lago. La passeggiata è piena di cappelli, di vestiti tirati fuori dall'armadio per il dì di festa, come si usava un tempo, e anche le facce si adeguano. Una signora tutta vestita di bianco, che si muove troppo, con affettazione, se ne va tirandosi dietro il figlio mongoloide. E' una conoscente alla lontana, così ci ferma e scambia due chiacchiere con noi. Ci presenta il ragazzo: E' il nostro parafulmine..., dice. Ci guardiamo sconcertati, senza capire. Spiega: Dopo la sua nascita, in famiglia siamo tutti, diciamo così, al riparo. Cos'altro potrebbe accaderci? Quale altra disgrazia, dopo questa? E indicando il figlio, che la sogguarda beatamente ignaro delle sue parole: Dio non bastona mai con due bastoni... Sembra realmente sollevata.
33. Di tutto ciò che vediamo in paese, ci colpiscono le facce delle bambole esposte in certe vetrine.
34. Quando se ne andò di casa, lasciò solo scritto: “Detesto gli addii”. Sapeva che anche per lei era così: che tutte le volte che aveva vissuto qualcosa di speciale, avrebbe voluto viverlo con qualcun altro. E non era stato per quei sette anni di buio totale, che una banale caduta dalla scale gli aveva steso sulla sua memoria come una crosta di neve ghiacciata, se poi aveva deciso di congedarsi da se stesso, in un certo senso. La fuga – perchè di fuga si trattava ma era troppo disonesto per ammetterlo – l’aveva avuta in testa da sempre. Era la sua condizione privilegiata, quella del fuggitivo. O meglio: quella di chi fugge dalle proprie terre prima ancora di averle conquistate.
35. La vita di sogno di D.F.. Era il titolo di un romanzo che avrei voluto scrivere tanti anni fa e che non ho neppure cominciato. Ridicolo.
36. La nostra famiglia non ha mai posseduto una casa. Questa probabilmente è la ragione per cui solo una piccola parte di me è sopravvissuta negli anni. (Abitare in case d’affitto comporta il rischio di spostarsi spesso. Non è male, tutto sommato significa recidere i legami con la realtà, resa perfettibile dall’assoluta inconsistenza della verità).
37. Capì che non si può sfuggire al proprio destino – ma si poteva dissimularlo. E si convinse che questo era precisamente ciò che avrebbe fatto di lui un individuo.
38. Esistono oltre cento definizioni di vita nella letteratura scientificamente accreditata.
39. Ho iniziato un romanzo che è come una preghiera. Ne ho quasi timore. Sento che quest'opera richiederà una particolare ascesi. Sarà il mio libro delle ore.
40. Tenere un diario, che presunzione!
41. Sul registro dell'albergo, sotto il numero della mia stanza, c'era scritto Herr David F... Il cognome era stato storpiato in modo evidente. Lo scoprii, casualmente, solo in quei giorni. Quel fatto mi procurò una soave contentezza. In un certo senso, io mi sentivo davvero ciò che stava scritto sul registro, non meno che se mi avessero chiamato ad esempio Nathaniel o Cervantes. Qualunque artificio ora consentiva di avvicinarmi, passo dopo passo, alla verità della mia vita. Videmus nunc per speculum in aenigmate.
Da cui deriva naturalmente che:
42. lui si farà chiamare d'ora in poi Nathaniel.
E dunque:
43. Il diario di Nathaniel.
2. Il fazzoletto di terra che egli chiamava il mio giardino, famoso in città per la bellezza dei suoi fiori, costituiva la sua principale occupazione. Mia madre era una magnolia. Mio padre la coltivò per anni: quando uscì dalla sua vita, lei cominciò a seccarsi.
3. Fu quando lessi questa annotazione: "La colonna dei debiti del mio immaginario libro mastro era vuota. L'insincerità. La disonestà. Ecco il mio peccato", fu quando lessi queste parole che cominciai a capire.
4. L'autore della famosa scritta sugli autobus: HO UN CUORE PULITO, SONO UN ALTROBUS A METANO
5. Non sono all'altezza dei miei sentimenti.
6. E poi ci sono baci che non serve dare.
7. Le rane a New York impazziscono. L'epidemia dei ratti. Scene bucoliche a Trafalgar Square. Anamerica.
8. Non è la notte migliore per il volo solitario.
9. B. disse: Non si può sfamare i santi con la merda. Il fuoco aveva ormai preso anche i legni più grossi, perciò smise di istigarlo e richiuse lo sportello della stufa. Mi allungò un altro bicchiere di vino.
- Che ora abbiamo fatto?
- E' l'alba.
- L'alba. Vuoi dire che abbiamo parlato per tutta la notte?
- Così pare.
- Non è che magari ci siamo addormentati e non ce lo ricordiamo?
- No, non credo.
- Perciò come stavo dicendo - di nuovo la sua voce non fece trasparire alcuna emozione - abbiamo cose importanti di cui parlare.
10. - Ho come la sensazione che a un certo punto qualcuno tirerà fuori un porcellino e noi dovremo inseguirlo.
11. L'ultima volta che fui visto ero davanti a un negozio di ferramenta. Sembrava che fossi molto interessato, così dicono, alla merce esposta in vetrina. Poi di me si perse ogni traccia. Secondo la ricostruzione della polizia quel giorno, dopo essere uscito dall'ufficio verso le cinque e mezzo, anziché dirigermi verso casa per il solito tragitto piazza Duomo - Via Mazzini - Piazza Fiera - Via Santa Croce, mi incamminai esattamente dalla parte opposta, uscendo dal centro storico all'altezza della Torre Vanga. Qui presumibilmente girovagai per le vie della prima periferia, fino a quando capitai appunto davanti alla Ferramenta Scheuber. L'ultimo ad avermi visto fu, dall'altra parte della strada, Antonio Piazza (che si accertò essere un mio amico di lunga data). Disse che mi avrebbe salutato molto volentieri, ma aveva fretta e preferì tirare dritto. Caro, vecchio Antonio Piazza.
12. Come un fiore o un topo che non siano riusciti a superare una notte particolarmente gelida.
13. Marta Schenken aveva una faccia sghemba, ogni volta che esprimeva stupore o disappunto la bocca si tirava tutta da una parte e anche la voce diventava più sottile, forse per infilarsi meglio nella strettoia di quella smorfia. Ma lo faceva con molta naturalezza e io me ne innamorai quasi subito.
14. Talmud: Una corona per due non funziona. Così egli si guadagnò la carenza.
15. Per essere un atto di accusa, lo è. Ma ci sono dentro anch'io fino al collo e non sono mai stato bravo a fare i conti con me stesso.
16. Quando arrivo per la prima volta in un luogo cerco di memorizzare le vie di fuga. Sono un mentitore. Per difendermi, mento su tutto.
17. – Sei stato abbastanza amato.
– Mi sono fatto trovare.
18. Tu recitavi, recitavi, recitavi per il brivido.
19. Non ho niente in contrario a tutta questa farsa: inevitabile, penso, per uno che ha bandito tutti i sentimenti superflui dalla sua vita. Ma queste cose le fanno le persone normali. Che stupida vendetta mi sono preso! Credo che tutto questo derivi dal fatto che sto dedicando molto del mio tempo, per essere più esatti, all'idea della negazione.
20. Nei giorni seguenti avrei capito di essere appartenuto al suo passato molto più di quanto lui non fosse mai appartenuto al mio.
21. La verità di tutto quello che accade incombe su di noi minacciosa, per questo ce ne sbarazziamo. Quanto passato deve essere riportato alla luce perché ci sia un futuro? Ma d'altronde, la verità dipende più che altro dalle circostanze. Per me sono tutte semplici coincidenze. Naturalmente è un modo un po' sbrigativo di vedere le cose. Ma in fondo ho capito che anche questo è ciò che si intende quando si dice: mantenere le posizioni.
22. Il vecchio spiega infine le ragioni per cui ha voluto incontrare Dio. Dice che un anonimo gli ha fatto pervenire il diario del figlio morto e che ora ha un desiderio: che il diario venga letto da tutti gli altri ex viventi, perché ciò che contiene li riguarda molto da vicino. E vuole che a realizzare questo sia l'arcangelo Gabriele, in quanto a suo tempo aveva cercato di fare luce sulla morte di suo figlio.
23. Non ci fu il tempo per capire che stavamo mettendo il nostro tempo nelle mani di un altro dio e che potevamo aspirare al massimo a una posizione di rincalzo tra i fabbricanti di mistificazioni, invece della Storia.
24. Ho perduto i miei pugni.
25. Lei lo chiamava il mio tarapattino. Per il resto non avevano cianfrusaglie né fronzoli inutili. E tuttavia si amano ancora.
26. Lei era bella, nudavestita, in piedi sulla soglia della cucina. La stamberga dove abitava, in cima al monte, sembrava una vecchia abbazia in bello stile gotico. Glielo dissi, ma era chiaro che soltanto io la vedevo così. Mi spiegò che aveva dovuto riempire gli interstizi con lo sterco di vacca, la calcina non ce l'aveva. Il cielo era azzurro, l'aria calda montava a ondate sul prato senza erba, fitto però di arbusti piccoli e taglienti. Così le vacche morivano e anche le pecore erano sempre più magre. Quanti anni saranno passati? Cinquanta, cinquantacinque. Quante vite sono? Quanti ardori? Quante inutilità?
27. Billie Schmidt e la naturale superiorità della montagna rispetto al mare.
28. L'imputato si guarda intorno smarrito, come se il fremito che pervade la folla, un'ondata di sdegno e di terrore nell'aula stipata del tribunale, possa strapparlo dal suo scranno di legno scuro e trascinarlo via. Dalla finestra alcuni vedono un pezzetto del cortile. Si dice che duecento anni fa venne decapitato un omicida. Un omicida è un omicida. La giustizia, pensano tutti, è bella, esatta, diritta. Loro pure. In tribunale, specie durante un processo, ci si può ammirare a vicenda e dirsi tante belle cose.
Il giudice è persona cara e affabile. Lo chiamano pozzo di scienza. Quando parla ha parole di saggezza e di moderazione. Perciò la sorpresa è ancora più grande quando, sovrastando la voce tenorile del pubblico ministero e rivolgendosi al pubblico in sala, ammonisce perentoriamente: E lorsignori laggiù, abbiano la cortesia di dimostrare la propria innocenza!
29. I poeti devono girare armati.
30. E sua madre storpia, poverina, con tutto quel chiasso sui giornali.
31. Questa è gente che considera il mondo intero come un borgo familiare. Se scrivessi di loro scriverei il mio De animalibus. Ma quel blu, che questa civiltà non conosce (parafrasando Claudio Magris) è il mare, la vela tesa, il viaggio verso le nuove Indie...
32. Domenica d'agosto sulla riva del lago. La passeggiata è piena di cappelli, di vestiti tirati fuori dall'armadio per il dì di festa, come si usava un tempo, e anche le facce si adeguano. Una signora tutta vestita di bianco, che si muove troppo, con affettazione, se ne va tirandosi dietro il figlio mongoloide. E' una conoscente alla lontana, così ci ferma e scambia due chiacchiere con noi. Ci presenta il ragazzo: E' il nostro parafulmine..., dice. Ci guardiamo sconcertati, senza capire. Spiega: Dopo la sua nascita, in famiglia siamo tutti, diciamo così, al riparo. Cos'altro potrebbe accaderci? Quale altra disgrazia, dopo questa? E indicando il figlio, che la sogguarda beatamente ignaro delle sue parole: Dio non bastona mai con due bastoni... Sembra realmente sollevata.
33. Di tutto ciò che vediamo in paese, ci colpiscono le facce delle bambole esposte in certe vetrine.
34. Quando se ne andò di casa, lasciò solo scritto: “Detesto gli addii”. Sapeva che anche per lei era così: che tutte le volte che aveva vissuto qualcosa di speciale, avrebbe voluto viverlo con qualcun altro. E non era stato per quei sette anni di buio totale, che una banale caduta dalla scale gli aveva steso sulla sua memoria come una crosta di neve ghiacciata, se poi aveva deciso di congedarsi da se stesso, in un certo senso. La fuga – perchè di fuga si trattava ma era troppo disonesto per ammetterlo – l’aveva avuta in testa da sempre. Era la sua condizione privilegiata, quella del fuggitivo. O meglio: quella di chi fugge dalle proprie terre prima ancora di averle conquistate.
35. La vita di sogno di D.F.. Era il titolo di un romanzo che avrei voluto scrivere tanti anni fa e che non ho neppure cominciato. Ridicolo.
36. La nostra famiglia non ha mai posseduto una casa. Questa probabilmente è la ragione per cui solo una piccola parte di me è sopravvissuta negli anni. (Abitare in case d’affitto comporta il rischio di spostarsi spesso. Non è male, tutto sommato significa recidere i legami con la realtà, resa perfettibile dall’assoluta inconsistenza della verità).
37. Capì che non si può sfuggire al proprio destino – ma si poteva dissimularlo. E si convinse che questo era precisamente ciò che avrebbe fatto di lui un individuo.
38. Esistono oltre cento definizioni di vita nella letteratura scientificamente accreditata.
39. Ho iniziato un romanzo che è come una preghiera. Ne ho quasi timore. Sento che quest'opera richiederà una particolare ascesi. Sarà il mio libro delle ore.
40. Tenere un diario, che presunzione!
41. Sul registro dell'albergo, sotto il numero della mia stanza, c'era scritto Herr David F... Il cognome era stato storpiato in modo evidente. Lo scoprii, casualmente, solo in quei giorni. Quel fatto mi procurò una soave contentezza. In un certo senso, io mi sentivo davvero ciò che stava scritto sul registro, non meno che se mi avessero chiamato ad esempio Nathaniel o Cervantes. Qualunque artificio ora consentiva di avvicinarmi, passo dopo passo, alla verità della mia vita. Videmus nunc per speculum in aenigmate.
Da cui deriva naturalmente che:
42. lui si farà chiamare d'ora in poi Nathaniel.
E dunque:
43. Il diario di Nathaniel.